30 novembre a Milano: Luca Elmi presenta The prostate song e HYENA
Giovedì 30 novembre a Milano, al The Space Cinema Odeon, ci sarà l’anteprima nazionale di due corti che hanno fatto molto parlare di loro all’estero: “The prostate song” e “HYENA”.
Ce li presenta il regista e autore Luca Elmi che è molto conosciuto negli Stati Uniti, dove ha ricevuto numerosi allori per le proprie opere e che, adesso, sta portando la sua arte anche in Italia.
The Prostate Song è in realtà un videoclip. Qualche tempo fa mi è stato detto che è una buona cosa per un film-maker avere dei video su YouTube con tante visualizzazioni. Da parecchio tempo volevo fare un film musicale e mi è sembrata un’ottima occasione combinare le due cose.
Il secondo film si chiama HYENA ed è invece un dramma sulla falsa riga delle pièce teatrali. Un dialogo di diciotto minuti in un’unica location, per affrontare temi come la pena di morte e la violenza. I due film non potrebbero essere più diversi, e l’idea è proprio di mostrare flessibilità ed ecletticità, come regista e sceneggiatore.
Un musical e un dramma dal sapore teatrale. Sono due opere molto distanti tra loro. A quale delle due si sente più vicino?
A tutt’e due. E’ un po’ come chiedere a una mamma quale figlio preferisce. Come sapete il detto racconta “ogni scarrafone…”
Qui si tratta di raccontare delle storie, e questi due film narrano vicende e mondi molto diversi gli uni dagli altri… ma si tratta sempre di storie!
I suoi corti sono visibili solo in Italia?
Al momento “The prostate Song” è in parte disponibile su Youtube. Fino alla prossima primavera i miei tre ultimi film sono per contratto controllati da un distributore americano. Vedremo i risultati. Dalla primavera 2018 in poi, i diritti torneranno a me e spero di poter finalmente vedere i miei film sulle piattaforme più utilizziate, da Itunes a Netflix, che hanno un ottimo listino di cortometraggi.
Perché ha un legame così stretto con gli Stati Uniti?
Senza voler aprire inutili dibattiti, per me il cinema l’hanno inventato gli americani. Tutti gli altri sono adepti. Io, oltre ad essere un film-maker, mi ritengo uno studioso di cinema, e il cinema che – dalla sua nascita in poi – più si avvicina al mio gusto è quello americano. Gli ultimi tre film li ho fatti negli USA sia perché mi piaceva l’idea, sia perché si sono presentate delle occasioni irripetibili. I prossimi progetti potrebbero però, essere italiani… o magari di nuovo americani. L’importante è raccontare storie. Se le storie sono ben raccontate, non ha importanza in che lingua parla il narratore.
Dirige solo opere che scrive lei?
Fino ad ora è stato così, per semplice conseguenza. I miei film da sempre li finanzio io, in maniera indipendente. Ho quindi anche un controllo totale sul come, il dove, il cosa e il perché. Potrà sembrare strano, ma da produttore considero me stesso un ottimo sceneggiatore!
Nuovi progetti?
Al momento mi piacerebbe rifare uno dei miei cortometraggi americani, trasformandolo in un film lungo. C’è abbondante materia per lavorare, e la storia al centro del film riguarda una rapina in banca… che potrebbe succedere anche in Italia!
Un consiglio per chi vuole intraprendere questa professione.
Fatelo. Non esiste mestiere migliore al mondo, anche se può essere doloroso. Quando parlo di come si fa cinema, dico sempre che dirigere un film (a maggior ragione se l’hai scritto tu) è come fare sesso seduti sulla poltrona del dentista, mentre ti stanno otturando una carie. Si sente un piacere incredibile, ma si è sempre consci che il piacere si può tramutare in un dolore lancinante, nel giro di un secondo.
Grazie e appuntamento all’Odeon per gustarsi insieme The prostate song e HYENA!
DOVE | QUANDO
The Space Cinema Odeon (Sala 2), Via S. Radegonda 8, Milano – Giovedì 30 novembre 2017 dalle ore 21.00
INFO
www.facebook.com/HYENAshortfilm
