Russia – Šostakovič e Čajkovskij al Teatro Gerolamo di Milano con Domenico Nordio e I Solisti de laVerdi
La quarta tappa del viaggio musicale della Stagione di Musica da Camera 2019/20 de laVerdi al Teatro Gerolamo condurrà il pubblico della domenica mattina nel mondo della musica russa con due grandi compositori appartenenti a due Russie diverse: quella zarista, rappresentata da Petr Il’ič Čajkovskij, e quella sovietica, rappresentata da Dmitrij Šostakovič. Quest’anno infatti il programma musicale della rassegna della domenica mattina è un viaggio che parte dalla Francia e passando per Italia, Russia, Austria, Ungheria, Boemia, arriva in Finlandia e Norvegia.
Domenica 19 gennaio alle ore 11.00 il raccolto palco del Teatro Gerolamo di Piazza Beccaria accoglierà il violinista Domenico Nordio (artista residente de laVerdi) insieme all’ensemble I solisti de laVerdi: Luca Santaniello (Violino II), Gabriele Mugnai e Kirill Vishnyakov (Viole), Tobia Scarpolini ed Enrico Garau Moroni (Violoncelli).
Il concerto che celebra due punti di riferimento della scuola compositiva russa, si apre col suggestivo Quartetto n.8 op. 110 in Do minore di Šostakovič, sicuramente il più celebre dei quartetti del compositore sovietico e composto nel 1960 a Dresda.A seguire, una perla rara del repertorio cameristico: Il Sestetto d’archi in Re minore op.70 “Souvenir de Florence” di Petr Il’ič Čajkovskij.
Un programma che vuole rendere partecipe il pubblico della profonda differenza etica ed estetica di due Russie del tutto lontane l’una dall’altra: da una parte Čajkovskij, forse esponente massimo della “finestra aperta sull’Europa” voluta dallo zar Pietro e massimo esempio di eclettismo stilistico e apertura nei confronti del “vecchio continente”; dall’altra Šostakovič, esponente di una Russia sovietica maggiormente chiusa in sé stessa e contraddistinta da un maggiore controllo politico e culturale, all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale e in piena Guerra Fredda.
I Biglietti (euro 8,00/28,00) si possono acquistare:
- nei giorni precedenti all’ Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler (mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02 83389401) oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al Gerolamo, Piazza Beccaria 8
- on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it.
Programma del concerto a Milano
Il Quartetto n.8 in Do minore op.110 di Dmitrij Šostakovič è dedicato “Alle vittime del fascismo e della guerra”. Nel 1960 il compositore fu infatti invitato in Germania per seguire il gruppo di cineasti impegnati nella realizzazione del film Cinque giorni – cinque notti, per il quale il compositore scrisse le musiche. Le riprese si svolsero a Dresda, dove Šostakovič ebbe modo di toccare con mano le conseguenze del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale: Dresda era devastata, rasa al suolo. Questa visione fu la fonte d’ispirazione per la stesura del Quartetto op.110, scritto di getto, in soli tre giorni. Il primo tema presentato consiste nelle iniziali del compositore trasposte in note musicali: D (il Re), Es (il Mi bemolle), C (il Do), e H (il Si). Il risultato è DSCH, ovvero la firma nascosta di Dmitri Shostakovich.
Questa composizione va a inserirsi perfettamente in un periodo particolarmente difficile per il compositore: il segretario del Partito Comunista Sovietico infatti spinse affinché Šostakovič fosse eletto Presidente dell’Unione dei Compositori della Russia, ma per ottenere ciò era necessario che sottoscrivesse ufficialmente la sua adesione al Partito.
La sua ritrosia nei confronti di questo difficile ruolo lo porterà ad essere perseguitato e costretto ad aderire al Partito contro la sua volontà. Questa sofferenza è respirabile nel corso dell’intera composizione, che, articolata in cinque movimenti (Largo, Allegro molto, Allegretto, Largo, Largo), alterna il drammatico al grottesco, e rappresenta per Šostakovič una sorta di testamento compositivo, tanto che il compositore stesso che il quartetto fosse eseguito al suo funerale, quasi come una pietra tombale di una soffertissima carriera compositiva.
Il Sestetto d’archi in Re minore op. 70 “Souvenir de Florence” di Petr Il’ič Čajkovskij è composizione di tutt’altra fattura. Realizzata nel 1892, vuole essere un omaggio affettuoso alla città di Firenze, dove il musicista trascorse un rigenerante soggiorno nell’inverno del 1890, impegnato nella stesura dell’opera La Dama di picche. Questa sincronicità si avverte nella presenza, all’interno del Sestetto, di alcune reminiscenze del lirismo cantabile delle opere italiane, verso cui l’autore nutriva sincera ammirazione.
Ma l’italianità di Čajkovskij si manifesta soprattutto nell’attrazione per l’inventiva melodica, quella tendenza che proprio in quegli anni molti compositori italiani stavano rigettando in nome di stili compositivi più affini allo spirito mitteleuropeo e che, come scrisse egli stesso «hanno paura che la loro musica possa anche solo somigliare a una melodia».
Čajkovskij, al contrario, non si vergognava certo di abbandonarsi al piacere dell’invenzione di un tema orecchiabile e persuasivo. Massimo esempio di quest’anelito è senz’altro il Sestetto d’archi in Re minore op. 70.
DOVE | QUANDO
Teatro Gerolamo, Piazza Cesare Beccaria, 8, Milano – Domenica 19 gennaio 2020 dalle ore 11.00
COSTI
Biglietti euro 8,00/28,00
INFO
Sito web www.laverdi.org
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