Dal 27 aprile in Fondazione Luciana Matalon a Milano sarà visitabile la mostra “Alla scoperta del Giappone”: la mostra presenta una documentazione fotografica delle prime immagini scattate in Giappone, tra cui spicca il lavoro di uno dei maggiori fotografi dell’Ottocento: l’italiano Felice Beato.
Questo prezioso materiale, proveniente dalle collezioni del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze, contribuisce ad esemplificare l’interesse e il fascino esercitato dal mondo orientale alla fine dell’Ottocento nella cultura europea.
L’esposizione raccoglie 110 fotografie originali d’epoca (vintage-prints) colorate a mano con prodotti all’anilina, che ne caratterizzano inconfondibilmente la provenienza dall’atelier di Beato, oltre a tre preziosi album-souvenir con copertine originali, in lacca, madreperla e avorio, che testimoniano la moda orientalista largamente diffusa nell’Europa del XIX secolo.
L’iniziativa, curata da Emanuela Sesti, responsabile scientifica della Fratelli Alinari Fondazione, è organizzata e prodotta da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e Fondazione Luciana Matalon, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Ambasciata del Giappone, del Consolato Generale del Giappone, della Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia e fa parte del programma ufficiale delle celebrazioni del 150° anniversario della firma del Trattato di amicizia e commercio tra Italia e Giappone.
Attraverso le fotografie del XIX secolo realizzate in Giappone, si possono leggere i costumi, i paesaggi, la vita quotidiana giapponese: le geishe, i samurai, i lottatori, i monaci buddisti, i piccoli artigiani, i paesani, ma anche i paesaggi, i fiori e le scene di strada. Ogni immagine è una finestra aperta sul mondo orientale, su un lontano e sconosciuto Giappone che grazie alla fotografia si offriva alla curiosità del pubblico europeo del secolo scorso.
Eventi collaterali all’esposizione ALLA SCOPERTA DEL GIAPPONE
La mostra comprende un programma di dimostrazioni di arti tradizionali e conferenze di approfondimento sulla cultura, l’arte, la musica e la lingua giapponese, ogni giovedì sera, presso la Fondazione Luciana Matalon. La quota di partecipazione agli eventi collaterali è di 3€ euro + il biglietto d’ingresso. Per ulteriori info si veda www.fondazionematalon.org
DOVE | QUANDO
Fondazione Luciana Matalon, Foro Buonaparte 67, Milano – Dal 27 aprile al 30 giugno 2016
Inaugurazione: martedì 26 aprile ore 18.00 su invito
ORARI
dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (lunedì chiuso)
la biglietteria chiude 45 minuti prima
domenica 1 maggio chiuso
sabato 14 maggio, la biglietteria chiude alle 14.00
sabato 18 giugno, la biglietteria chiude alle 17.00
COSTI
Biglietto intero € 6,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon
Biglietto ridotto € 4,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon (over 65, bambini 7 – 12 anni, gruppi e scolaresche minimo 15 persone)
Ingresso gratuito per bambini sotto i 6 anni
Forse non tutti sanno che…
Felice Beato, di origini veneziane naturalizzato inglese, nato nel 1832 e morto a Firenze nel 1909, nei suoi primi anni di attività lavora insieme al fratello Antonio e al fotografo inglese James Robertson a Costantinopoli durante gli anni della guerra di Crimea, della quale riportano alcune straordinarie immagini di documentazione. Nel 1857, sempre accompagnato dal fratello e da Robertson, inizia il suo viaggio verso Oriente, raggiungendo l’India e nel 1860 la Cina.
Consolato Generale del Giappone Con il patrocinio di: Nel 1863 arriva da solo in Giappone, dove rimane per oltre 15 anni e fonda la sua attività fotografica insieme al pittore Charles Wirgman, specializzato nella caratteristica coloritura delle stampe fotografiche di Beato. La mancanza di colore nelle fotografie ottocentesche era avvertita come un limite e la policromia di queste stampe, unite alla loro raffinatezza e esoticità, hanno contribuito al grande successo commerciale con cui furono accolte, tanto che Beato e Wirgman crearono una vera e propria scuola a Yokohama, alla quale collaborarono molti artisti locali. Tale scuola proseguì la produzione delle fotografie ‘alla maniera di Beato’, anche molti anni dopo la partenza del fotografo italiano, creando uno stile e una moda che perdurò fino ai primi del Novecento.