Annunciato il rientro in Italia di Cecilia Sala, giornalista italiana incarcerata lo scorso 19 dicembre
La giornalista Cecilia Sala, arrestata giovedì 19 dicembre in Iran, è stata liberata e si trova in questo momento su un volo per l’Italia, partito da Teheran.
Lo ha annunciato stamattina il governo italiano. I genitori di Sala sono stati informati poco prima che la notizia fosse comunicata dalla presidenza del Consiglio ai giornali. L’arrivo del volo che riporta in Italia Cecilia Sala è previsto alle 15.30 all’aeroporto di Roma Ciampino.
Cecilia Sala è una delle voci emergenti più brillanti del giornalismo italiano. Con una carriera già ricca di successi nonostante la giovane età, si è distinta per il suo stile diretto e incisivo, oltre che per la sua capacità di raccontare storie complesse con empatia e chiarezza.
Cecilia Sala e il podcast Stories
Nata a Roma il 26 luglio 1995, Sala ha saputo costruire un percorso professionale che abbraccia diversi media, conquistando un pubblico sempre più ampio e fedele.
La carriera della giornalista è iniziata presto, segnata dalla sua passione per la narrazione e dall’attenzione ai temi internazionali e sociali. Dopo gli studi in ambito politico e giornalistico, si è fatta notare per la sua capacità di affrontare argomenti di grande attualità con rigore e sensibilità.
Sala ha lavorato per alcune delle testate più prestigiose d’Italia, tra cui Il Foglio e L’Espresso, guadagnandosi il rispetto dei colleghi e del pubblico per le sue analisi approfondite e i suoi reportage.
Uno dei tratti distintivi del suo giornalismo è l’attenzione verso le aree di crisi internazionali. Cecilia Sala ha infatti viaggiato in alcune delle zone più difficili del mondo per documentare conflitti, migrazioni e cambiamenti globali, offrendo una prospettiva umana e dettagliata.
Questo approccio ha trovato piena espressione nel podcast “Stories”, in cui racconta storie globali con una narrazione vivida e coinvolgente.
Nessuna novità sul caso dell’iraniano Mohammed Abedini Najafabadi
A inizio gennaio il regime iraniano aveva spiegato che la condizione di Sala era legata a quella di Mohammed Abedini Najafabadi, un uomo iraniano arrestato il 16 dicembre all’aeroporto di Milano Malpensa, su richiesta degli Stati Uniti, con l’accusa di trafficare in tecnologia bellica.
Abedini è attualmente in carcere: mercoledì 15 gennaio la Corte d’appello di Milano esaminerà la richiesta dei suoi legali di arresti domiciliari.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla domanda sul rapporto tra la liberazione della giornalista Cecilia Sala e l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, ha detto che gli stessi iraniani hanno separato le cose.
Secondo quanto si apprende in un articolo di oggi pubblicato dal Sole 24 Ore, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto: «Mi fa particolarmente piacere anche perché sono amico personale del padre, quindi ho seguito anche con particolare apprensione le vicende di questa giovane giornalista. Ci ho messo, oltre al dovere da ministro, anche un po’ di affetto del padre che è un amico. Sono felice di questo lavoro di squadra, quando si lavora in squadra si lavora nel modo migliore. Fin dal primo giorno avevamo visto giusto, abbiamo fatto quello che si poteva e doveva fare per riportare a casa una cittadina italiana, come facemmo con Alessia Piperno e come abbiamo fatto tanto per riportare a casa altri cittadini italiani anche nei mesi scorsi».
Le condizioni della detenzione della giornalista italiana
Sala è stata arrestata lo scorso 19 dicembre, attorno alle 12:30 nell’albergo in cui alloggiava a Teheran. Sala aveva smesso di rispondere al telefono poco prima di quell’ora, stava per mandare la puntata del suo podcast quotidiano che non è mai arrivata, e alle 13 aveva un appuntamento a cui non si è presentata.
Aveva un biglietto aereo per tornare a Roma venerdì, ma l’aereo è decollato senza di lei dall’aeroporto di Teheran. L’ambasciata iraniana a Roma le aveva concesso un visto giornalistico della durata di otto giorni per lavorare in Iran.
Per le prime 24 ore Sala è stata tenuta in custodia senza possibilità di comunicare con nessuno. Poi le hanno permesso di fare due telefonate, una alla famiglia e una al suo compagno, il giornalista de Il Post Daniele Raineri.
Durante le telefonate, Sala ha detto di stare bene e di non essere ferita.
Come raccontato in un articolo de Il Post, venerdì 27 dicembre l’ambasciatrice italiana Paola Amadei ha potuto incontrare Cecilia Sala in carcere per verificare le sue condizioni di salute e di detenzione.
Prima dell’arresto Sala aveva raccontato nel suo podcast storie sul patriarcato nel paese e sulla comica iraniana Zeinab Musavi, arrestata dal regime per gli sketch di uno dei suoi personaggi.
Aveva parlato inoltre con Hossein Kanaani, uno dei fondatori delle Guardie rivoluzionarie che per quasi mezzo secolo aveva contribuito a creare l’estesa rete di milizie filo-iraniane operanti in mezzo Medio Oriente.
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Paolo Vanadia