Duomo di Monza, torna a risplendere la Cappella di Teodolinda: come prenotare la visita al cantiere di restauro
Nel braccio settentrionale del transetto del Duomo di Monza torna visitabile, dopo un restauro durato sei anni e diretto da Anna Lucchini, la Cappella della Regina Teodolinda.
Il progetto di restauro è stato reso possibile dall’impegno della Fondazione Gaiani, ente responsabile della gestione e della tutela del patrimonio artistico del Duomo, e dalle sinergie create con la Soprintendenza, la Regione, la Diocesi, la Fondazione Cariplo e il World Monuments Fund. I fondi raccolti, circa tre milioni di euro, sono stati investiti nella valorizzazione delle pitture murali degli Zavattari, famiglia di pittori milanesi attivi in Lombardia per tutto il Quattrocento, che ora riluce come non s’era visto mai.
Di snelle forme gotiche, la Cappella di Teodolinda fu eretta negli anni a cavallo del 1400, con decorazioni pittoriche, risalenti alla metà del XV secolo, dedicate a Teodolinda, regina dei Longobardi che cristianizzò i pagani e qui fondò la prima chiesa.
La cappella fu dipinta in due riprese tra il 1441-44 e il 1444-46, con un totale di 45 scene: si ritiene che la concezione generale e il progetto del ciclo vadano riferiti a Franceschino Zavattari, cui si deve anche l’esecuzione delle prime 12 scene; il cosiddetto “secondo maestro di Monza”, forse identificabile con Giovanni, avrebbe invece condotto quelle dalla 13 alla 34; a Gregorio spetterebbero quindi le scene dalla 35 alla 41, mentre il “quarto maestro di Monza”, forse Ambrogio, sarebbe l’autore delle quattro finali.
Secondo la leggenda, la corona sarebbe stata forgiata con uno dei chiodi della crocifissione di Gesù. Una tradizione riporta infatti che sant’Ambrogio, nell’elogio funebre per l’imperatore Teodosio tenuto a Milano nel 395, disse che Elena, madre di Costantino, cercò e trovò i chiodi della crocefissione e con uno fece un diadema per il figlio. Ciò sarebbe avvenuto nel 326 d.C.: da allora “il Santo Chiodo è posto sul capo degli Imperatori”.