Pubblichiamo con piacere questo articolo di Sara Brunelli, curatrice del sito web Agenda della Scienza (www.agendadellascienza.it). Sara ha partecipato per Eventi@Milano all’inaugurazione di “Extreme. Alla ricerca delle particelle”, nuova area espositiva allestita al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Museo della Scienza di Milano: ha aperto al pubblico l’esposizione ‘Extreme. Alla ricerca delle particelle’
Milano: ha aperto al pubblico “Extreme. Alla ricerca delle particelle”, la nuova esposizione dedicata al mondo dell’infinitamente piccolo. Allestita al Museo della Scienza e della Tecnologia, “Extreme” è stata progettata in collaborazione con CERN e INFN.
“Extreme” è il frutto del lavoro di collaborazione tra il Museo, il CERN e l’INFN -Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: grazie a questa partnership, il pubblico potrà scoprire cosa succede all’interno dei laboratori del CERN e dell’INFN, due dei più grandi istituti di ricerca che svolgono esperimenti legati alla fisica delle particelle, e conoscere meglio il lavoro degli scienziati che ogni giorno indagano sui mattoni fondamentali del nostro Universo.
L’inaugurazione della nuova area dedicata all’esplorazione dell’infinitamente piccolo, allestita in modo permanente al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, è avvenuta questa settimana alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, del Consigliere Regionale Luca del Gobbo, del sindaco di Milano Giuseppe Sala. A fare gli onori di casa il Direttore Generale del Museo, Fiorenzo Galli, che è stato affiancato nella presentazione di “Extreme” da Fabiola Giannotti, Direttore Generale del CERN, e Fernando Ferroni, Presidente dell’INFN.
Le equazioni fondamentali della Fisica si possono scrivere su un Post-it!
“Questa bellissima mostra nasce dalla condivisione di due valori: l’amore per la conoscenza e per la sua condivisione”, ha dichiarato Fabiola Giannotti. “Grazie a Extreme il pubblico potrà scoprire che la fisica non solo è semplice, le sue equazioni fondamentali si potrebbero infatti scrivere su un Post-it, ma anche bella ed elegante. Nel lavoro che svolgono ogni giorno i ricercatori ci sono passione e coraggio. Aspetti che emergono da questa esposizione, che dimostra la profonda unione tra arte, scienza e umanesimo”.
“L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è tra i protagonisti delle scoperte straordinarie della fisica in questi ultimi anni, come quelle del bosone di Higgs e delle onde gravitazionali. Sono scoperte che affondano le loro radici in una tradizione di eccellenza e nel lavoro tenace di una comunità di scienziati di tutto il mondo”, ha sottolineato Fernando Ferroni. “Ma mai mi sarei immaginato, un giorno, di inaugurare una mostra di questo tipo. Grande lavoro è stato fatto negli ultimi anni nella divulgazione, tanto che il bosone di Higgs ha conquistato le prime pagine dei giornali: oggi possiamo dire che la scienza è diventata cultura. Siamo fieri di aver contribuito a sviluppare il nuovo spazio Extreme, dove tutti potranno conoscere questa storia e avvicinarsi ai protagonisti quotidiani di queste ricerche”.
Extreme: dalle tracce agli Universi possibili
Le parole di Giannotti e Ferroni hanno creato grandi attese, e la visita all’esposizione non tradisce le aspettative. Extreme offre una panoramica sulla ricerca nella fisica delle particelle, gli strumenti utilizzati dagli scienziati e sugli scienziati stessi attraverso l’esposizione di oggetti, anche di grandi dimensioni e di valore storico, materiale iconografico, installazioni multimediali e interattive con cui il visitatore può interagire.
Il punto di partenza è la sezione dedicata alle “tracce”, ovvero gli elementi che permettono di riconoscere e ricostruire un evento che non è possibile osservare direttamente. Il tema è sviluppato attraverso una videoinstallazione dove si susseguono suggestive immagini di tracce relative ad ambiti scientifici diversi, dalla botanica allo studio dell’attività solare, che contengono importanti informazioni per conoscere meglio il nostro Universo.
Il percorso prosegue con gli strumenti utilizzati dai fisici per trovare le tracce delle particelle: i rivelatori. In mostra sono esposti sia oggetti storici che attuali, attraverso i quali è possibile percorrere tappe importanti della fisica italiana e internazionale. Tra gli oggetti storici si trovano un prototipo di test del rivelatore centrale utilizzato nell’esperimento UA1 del CERN, grazie al quale Carlo Rubbia e Simon van Meer furono insigniti del premio Nobel nel 1984, e una camera a nebbia utilizzata dai fisici dell’Università di Milano negli anni ’50, rimasta a lungo nei sotterranei del Museo ed è stata restaurata per l’occasione. Ad essi si affiancano componenti dei moderni rivelatori utilizzati oggi negli esperimenti in corso al CERN, come ATLAS e LCHb, e ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, come Borexino e Cuore.
La sezione dedicata a “I luoghi della ricerca” permette al visitatore di conoscere più da vicino la vita quotidiana dei ricercatori, focalizzando l’attenzione su ciò che avviene al di fuori dei tradizionali spazi di lavoro. Attraverso l’ascolto di interviste e l’installazione “I professionisti della ricerca”, dove sono esposti oggetti scelti dai ricercatori stessi, è possibile guardare il mondo della ricerca delle particelle con gli occhi di chi lo vive in prima persona.
Le tre installazioni interattive “Juke-box delle particelle”, “Extra-dimensioni” e “Materia Oscura” presentano lo stato attuale della conoscenza delle particelle subatomiche e alcuni temi ancora oggetto di studio e dibattito. Le installazioni suggeriscono come possano essere utilizzate e rielaborate le tracce iniziali per produrre nuova conoscenza e stimolare nuove ipotesi sugli “Universi possibili”, attraverso cui la ricerca progredisce.
A ciascuno il suo Post-It
Mi hanno molto colpito le parole di Fabiola Giannotti, sul fatto che le equazioni fondamentali della fisica possono essere scritte in un Post-It. Seguendo questa immagine, mi sono chiesta cosa scriverebbe un visitatore di “Extreme” se avesse a disposizione un foglietto giallo.
Probabilmente pochi sarebbero in grado di scrivere le equazioni della fisica, ma la ricchezza di stimoli e di materiali offerti dall’esposizione permette di cogliere tanti aspetti diversi del mondo della ricerca, da quelli più tecnici a quelli più “umani”, legati alla quotidianità degli scienziati.
Come ha sottolineato Enrico Miotto, Responsabile Ricerca e Formazione del Museo e membro del team che ha progettato l’esposizione, “ciascuno coglie ciò che risuona meglio con la sua esperienza. Un nerd, per esempio, rimarrà colpito dai rivelatori di particelle e dagli aspetti più tecnologici della ricerca. Qualcun altro potrebbe rimanere colpito dalle applicazioni degli acceleratori in situazioni apparentemente distanti dai centri di ricerca: per esempio i Francescani hanno chiesto all’INFN di datare delle presunte reliquie di San Francesco”.
In sintesi – Extreme. Alla ricerca delle particelle
“Extreme. Alla ricerca delle particelle” è allestita in modo permanente al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Questi gli orari di apertura: da martedì a venerdì ore 10.00 – 18.00, sabato e festivi dalle 10.00 alle 19.00, Ferragosto dalle 10.00 alle 19.00. L’ingresso all’esposizione è compreso nel biglietto del Museo (intero 10€, ridotto 7.50€, ingresso gratuito per i possessori della tessera Abbonamento Musei Lombardia Milano).