Dal 25 marzo all’11 settembre al MUDEC – Museo delle Culture di Milano è visitabile la mostra Joan Miró. La forza della materia, ideata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona sotto la direzione di Rosa Maria Malet. La mostra, curata da Teresa Montaner, propone lavori dalla collezione della Fundació Joan Miró di Barcellona e da quella della famiglia dell’artista.
Il lavoro di Joan Miró, una delle personalità più illustri della storia dell’arte moderna, è intimamente legato al surrealismo e alle influenze che artisti e poeti di questa corrente esercitarono su di lui negli anni venti e trenta. È attraverso di loro che Miró sperimenta l’esigenza di una fusione tra pittura e poesia, sottomettendo la sua opera a un processo di semplificazione della realtà che rimanda all’arte primitiva, al tempo stesso punto di riferimento per l’impostazione di un nuovo vocabolario di simboli e strumento utile a raggiungere una nuova percezione della cultura materiale.
La retrospettiva intende porre l’attenzione su questo ultimo aspetto, mostrando attraverso un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981, l’importanza che l’artista ha sempre conferito alla materia, non solo come strumento utile ad apprendere nuove tecniche ma anche e soprattutto come entità fine a se stessa. Attraverso la sperimentazione di materiali eterodossi e procedure innovative, l’artista mira a infrangere le regole così da potersi spingersi fino alle fonti più pure dell’arte.
Il percorso di visita, suddiviso in 4 sezioni, è stato studiato per accompagnare il visitatore attraverso il contesto storico dell’epoca, le diverse tecniche artistiche utilizzate dal maestro catalano, con una particolare attenzione alla materia e alla matericità: All’interno del percorso di visita sono stati inseriti video, musica e 7 isole multimediali che raccontano l’opera e la tecnica del maestro catalano con postazioni per la realtà virtuale attrezzati con Gear VR di Samsung.
Forse non tutti sanno che…
A differenza di tanti artisti Joan Mirò non condusse una vita trasgressiva, ma visse da “sognatore sveglio”. Non esistono su di lui grandi aneddoti, non si parla di scandali, di passioni che non siano legati al suo lavoro e all’amore per la sua terra, la Catalogna. Forse è proprio questo che lo rende un personaggio così affascinante:«Il carattere catalano non assomiglia a quello di Malaga o di altre parti della Spagna. E molto attaccato alla terra. Noi altri catalani pensiamo che bisogna avere i piedi solidamente piantati nel terreno, se si vuole saltar su verso il cielo. Il fatto che io ridiscendo sulla terra di tanto in tanto, mi permette di saltare più in alto poi».
Una delle opere più famose di Joan Mirò, il celebre Arazzo del World Trade Center (vedi la galleria degli eventi), è andata perduta nel disastro dell’11 settembre. Realizzato in lana e canapa, per un peso di 4 tonnellate, l’arazzo raffigurava un disegno astratto, con blocchi luminosi di colore, rosso, verde, blu e giallo, con elementi neri e uno sfondo marrone chiaro.
Mirò fu dapprima sfavorevole a concedere cartoni per arazzi, perché non poteva produrre con le proprie mani l’oggetto finito. Imparò le tecniche di lavorazione degli arazzi da Josep Royo, donandone uno all’ospedale in cui era stata ricoverata sua figlia María Dolores dopo un incidente in Spagna. Mirò produsse molti altri arazzi con Royo, tra cui Woman per la National Gallery of Art a Washington e un altro per la Fundació Joan Miró a Barcellona.
DOVE | QUANDO
MUDEC, Museo delle Culture di Milano, via Tortona 56 – Dal 25 marzo all’11 settembre 2016
Orari: lunedì 14.30-19.30, martedì / mercoledì / venerdì / domenica 09.30-19.30, giovedì e sabato 9.30-22.30. La biglietteria chiude un’ora prima
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