Oggi, la cannabis e i suoi derivati sono ampiamente diffusi in gran parte del mondo occidentale.
In Italia, ad esempio, è comune vedere in vendita prodotti a base della cosiddetta canapa light, legali negli online store, come Justbob in base al dettato della Legge n. 242/2016 che ha sdoganato il cannabidiolo, sostanza non psicoattiva e dagli interessanti effetti presente nella pianta.
Ma cosa accadeva in passato? A svelarci qualcosa è una notizia che viene da Milano, la città della moda e del design, da sempre crocevia di culture e innovazioni.
Un recente studio dell’Università Statale di Milano ha portato alla luce una scoperta che potrebbe rivoluzionare la nostra visione sulla storia dell’uso di questa pianta.
Un viaggio nel tempo, che ci riporta al 17° secolo, in un’epoca di grandi sfide e mutamenti.
Un’indagine che, partendo da tracce secolari, ci offre un ritratto sorprendente della società milanese di quel tempo.
I dettagli della recente scoperta
Nel cuore di Milano, una città rinomata per la sua vitalità e innovazione, gli archeologi hanno recentemente scoperto una storia sepolta di più di tre secoli fa.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science, i ricercatori dell’Università Statale di Milano hanno rinvenuto tracce di cannabis in scheletri risalenti al 17° secolo.
Questo ritrovamento potrebbe rappresentare la prima evidenza scientifica del consumo di cannabis in età moderna, non solo in Italia, ma in tutta Europa.
I campioni ossei umani analizzati, risalenti al 17° secolo e rinvenuti a Milano, hanno rivelato la presenza di tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD), i principali composti attivi della cannabis.
Questo ritrovamento rivoluziona la nostra comprensione dell’uso della cannabis nel passato.
Fino ad oggi si riteneva che la cannabis fosse stata introdotta in Europa solo nel 19° secolo, ma queste nuove scoperte suggeriscono che la sua presenza potrebbe risalire a molto prima.
Questi scheletri, infatti, offrono una testimonianza unica del rapporto tra gli uomini e questa pianta nel corso della storia.
Una nuova prospettiva storica
Questo ritrovamento a Milano ci offre una nuova prospettiva sulla storia della cannabis. Ci ricorda che la nostra relazione con questa pianta ha radici profonde e ci spinge a riflettere sulle molteplici sfaccettature del suo utilizzo, passato e presente.
D’altronde, è interessante notare come, sebbene la cannabis sia spesso percepita come una “novità” della nostra epoca, in realtà la sua storia si intreccia con quella dell’umanità da millenni.
Questa scoperta ci ricorda che la cannabis non è solo un prodotto del nostro tempo, ma ha radici profonde nella storia dell’uomo.
Nel Seicento a Milano si consumava la cannabis a scopo ricreativo
Il 17° secolo a Milano fu un’epoca di grandi sfide. La città era afflitta da carestia, malattie e povertà, condizioni che potevano spingere la popolazione a cercare un qualche tipo di sollievo.
Secondo Cristina Cattaneo, medico legale e antropologa forense, è possibile che l’uso di cannabis potesse rappresentare un mezzo per sfuggire, almeno temporaneamente, alle difficoltà della vita quotidiana.
Come un bicchiere di vino può aiutare a rilassarsi dopo una lunga giornata di lavoro, così la cannabis potrebbe aver offerto un momento di distrazione dalle dure realtà del 17° secolo.
La scoperta delle tracce di cannabis nei resti umani è stata possibile grazie alla Collezione del Labanof, una delle più estese al mondo.
Questa collezione, custodita presso il Musa – Museo delle scienze antropologiche mediche e forensi per i diritti umani, aperto proprio di recente alla fine del 2022, rappresenta una fonte inestimabile di informazioni sul passato.
Grazie a queste risorse, i ricercatori sono in grado di esplorare aspetti della vita passata che altrimenti rimarrebbero nascosti.
Questa scoperta ci offre un quadro più completo della vita nel 17° secolo a Milano. Sappiamo che era un periodo di grandi difficoltà, ma ora sappiamo anche che la popolazione cercava modi per affrontare queste sfide.
L’uso della cannabis potrebbe non essere stato l’unico mezzo di evasione, ma è certamente uno degli aspetti più sorprendenti di questa epoca.
Tuttavia, è importante ricordare che queste sono solo ipotesi. Senza ulteriori prove, non possiamo essere sicuri del motivo per cui la cannabis veniva usata nel 17° secolo a Milano.
Potrebbe essere stato per motivi ricreativi, come suggerisce Cristina Cattaneo, o potrebbe esserci un’altra spiegazione che ancora non conosciamo.
In ogni caso, questa scoperta ci ricorda che la storia è un puzzle complesso. Ogni pezzo che aggiungiamo ci aiuta a vedere un quadro più completo, ma ci sono sempre nuovi pezzi da scoprire.
E ogni nuovo pezzo può cambiare completamente il modo in cui vediamo il quadro complessivo.
In conclusione
La scoperta di tracce di cannabis nei resti umani del 17° secolo a Milano ci offre un’opportunità unica di guardare indietro nel tempo e di riflettere sulle nostre radici storiche e culturali.
Ci ricorda che la cannabis non è un fenomeno recente, ma una pianta che ha accompagnato l’umanità per secoli, forse millenni, e che ha avuto un ruolo nella vita delle persone molto prima di quanto pensassimo.
La storia della cannabis, come quella dell’umanità, è un viaggio affascinante pieno di sorprese, di curiosità e di misteri ancora da svelare.
Questi resti ci parlano di un passato lontano, ma allo stesso tempo ci mettono di fronte a questioni attuali e urgenti.
Ci spingono a riflettere sul nostro rapporto con questa pianta, sulle sue potenzialità e sui suoi rischi, sulle politiche che la riguardano e sulle controversie che la circondano.
Ma ci spingono anche a interrogarci su noi stessi, sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti. Ci chiedono di guardare oltre le apparenze, di sfidare le nostre convinzioni e di mettere in discussione i nostri pregiudizi.
E ci invitano a domandarci: se la cannabis era presente nel 17° secolo a Milano, che ruolo ha avuto nella nostra storia? E che ruolo potrà avere nel nostro futuro?
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