La certificazione energetica, o APE (Attestazione di Prestazione Energetica) è un documento che attesta le prestazioni energetiche di un edificio e fornisce raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica.
Inoltre, l’APE colloca gli immobili in una delle 10 classi energetiche previste dalla normativa: faranno parte della classe G tutti quegli edifici con bassa efficienza energetica, mentre apparterranno a una classe energetica A4 tutti gli immobili a più alta efficienza energetica. Grazie a questa classificazione è possibile valutare, in fase di affitto o acquisto, la convenienza economica relativamente ai consumi energetici di tutte le alternative in gioco.
Come si ottiene il certificato energetico e quanto dura
Il certificato APE viene redatto e rilasciato da un tecnico abilitato e iscritto all’albo regionale dei certificatori che deve essere estraneo alle proprietà, alla progettazione e alla realizzazione dell’immobile in oggetto. I documenti necessari al tecnico certificato per redigere l’APE sono:
- I documenti di identità del proprietario dell’unità oggetto di valutazione
- La visura catastale dell’immobile, con la planimetria aggiornata
- Il numero di millesimi dell’impianto di riscaldamento
- Il libretto dell’impianto termico, che dal 2014 è obbligatorio anche per i condizionatori. Quest’ultimo è richiesto sia nel caso di impianto centralizzato che autonomo. Nel primo caso, basterà chiederne una copia all’amministrazione condominiale
Oltre a provvedere alla consegna dei documenti, sarà necessario organizzare un sopralluogo dell’unità immobiliare e dell’edificio intero nel quale si trova l’immobile valutato in quanto, le prestazioni energetiche di ogni unità, sono in parte influenzate da quelle del contesto in cui si inseriscono.
Il certificato energetico, tranne nelle situazioni in cui è necessario effettuare una valutazione anticipata, ha una validità di 10 anni, al termine dei quali è necessario eseguire una nuova valutazione.
Quando è obbligatorio redigere la certificazione energetica e sanzioni in caso di inadempienza
Alcuni dei casi in cui è obbligatorio effettuare la certificazione energetica sono:
- Contratto di locazione: L’APE è obbligatorio in caso di contratto di locazione superiore a 30 giorni e deve essere allegato al contratto di affitto che verrà poi registrato presso l’Agenzia delle Entrate. In mancanza di questo, il proprietario incorre in una sanzione amministrativa compresa fra i 1000 e i 4000 euro che può essere ridotta della metà se il contratto di locazione non supera i 3 anni
- Compravendita: prima della transazione, e a spese del proprietario. Il certificato ape deve essere allegato al contratto di vendita. In caso il proprietario fosse inadempiente, il contratto rimane valido ma la sanzione oscilla fra i 3000 e i 18000 euro (a carico del proprietario dell’immobile)
- Annunci di vendita o affitto di unità immobiliari: già in fase di annuncio di vendita e affitto deve essere indicata la classe energetica dell’immobile su tutti i mezzi di comunicazione usati per diffondere l’annuncio. La mancata comunicazione di tale informazione espone il responsabile ad una sanzione fino a 3000 euro
- Edifici di nuova costruzione: al termine dei lavori è obbligatorio consegnare l’APE;
- Per le detrazioni derivanti dal risparmio energetico (i cosiddetti Ecobonus) grazie all’esecuzione di interventi di efficientamento energetico (tra cui il superbonus 110), al termine dei lavori, al fine di valutare la situazione ante e post intervento
- Edifici pubblici ed aperti al pubblico con una superficie maggiore di 250 metri quadrati. Rientrano in questa categoria anche le scuole
- Per tutti i contratti nuovi o rinnovati per gestione degli impianti termici o di climatizzazione di edifici pubblici
Al contrario, i casi in cui non c’è l’obbligo di redigere il Certificazione di Prestazione Energetica sono elencati nell’appendice A del D.M. Linee guida APE 26/06/2015 (che riprende il precedente art.3 comma 3 del D. Lgs 192/2005).
Anche il certificatore professionista può incorrere in una sanzione variabile fra i 700 e 4200 euro in caso di inadempienza nel rispetto dei criteri e della metodologia imposta dalla normativa vigente. Inoltre, l’autorità che applica la sanzione è tenuta a comunicare il fatto all’ordine professionale dei certificatori che può procedere con eventuali provvedimenti disciplinari.
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