Storia della Stazione Centrale, monumento simbolo di Milano, e prossime visite guidate
Forse non tutti sanno che, laddove oggi sorge la maestosa Stazione Centrale di Milano, un tempo v’era un campo da calcio. Non un campo qualsiasi, ma il Terreno del gioco dei Diavoli rossoneri.
Ebbene si, proprio in questo luogo, dal 1900 al 1903, il Milan s’allenava e disputava le sue partite.
Il campo Trotter, all’epoca, era dislocato in periferia e non aveva nulla a che vedere con il grande Stadio San Siro: alcune pennellate tracciavano il campo da gioco, non c’erano spogliatoi né tribune, tre pali indicavano le porte (senza rete) e chi proprio non riusciva a cambiarsi a casa, poteva indossare la divisa di gioco nello scantinato di casa Pirelli in via Ponte Seveso… altri tempi!
Se dopo questa introduzione ci siamo fatti nemici i non tifosi rossoneri, cerchiamo di risalire la china raccontandovi un’altra storia che, forse, riuscirà ad accontentare anche chi non professa la fede calcistica!
In questo articolo scopriremo con voi un altro luogo simbolo di Milano: la Stazione Centrale.
Dal vecchio al nuovo: la città che si trasforma
Come molti dei grandi monumenti milanesi, anche la genesi della Stazione Centrale fu lunga e travagliata.
Siamo nel 1906, l’anno della prima Esposizione Universale a Milano particolarmente dedicata ai trasporti, e l’anno dell’entrata in uso del traforo del Sempione, uno dei più grandi ed ultimi trafori alpini del tempo che consacrò Milano come nodo ferroviario di importanza internazionale.
Urgeva, dunque, rivedere l’intero assetto ferroviario della città riordinando anche l’assetto urbanistico del luogo in cui si stabilì nascesse la nuova grande stazione ferroviaria di Milano.
La Nuova Stazione Centrale avrebbe dovuto sostituire la precedente voluta dal re d’Italia, Vittorio Emanuele II, ed inaugurata il 10 maggio 1864 (della vecchia stazione oggi non c’è più traccia) che non era più in grado di sostenere l’intenso traffico ferroviario.
Poiché fu chiaro, sin dall’inizio, che la nuova stazione dovesse essere non solo altamente usufruibile ma anche architettonicamente degna dell’opera stessa, si decise di indire un concorso pubblico per la realizzazione dell’opera.
A capo della commissione designata a giudicare i progetti, vi era l’architetto milanese Camillo Boito, preside della locale Accademia di Belle Arti.
Furono inizialmente presentati 17 progetti ma furono tutti scartati perché non soddisfacevano le richieste del bando. Quattro anni dopo, fu indetto un nuovo concorso a cui partecipò anche il Comune di Milano che, col suo contributo, elevò notevolmente il livello dei premi destinati ai vincitori.
Nel 1911 furono presentati ben 43 progetti. Il progetto vincitore fu quello di Ulisse Stacchini intitolato In motu vita.
Questo primo progetto di Stacchini fu rivisto innumerevoli volte a causa di numerose variazioni ed adeguamenti voluti e richiesti dalle FF.SS., dagli sviluppi del traffico ferroviario e dai mutamenti storici e sociali.
Con la Prima Guerra mondiale i lavori di implementazione del progetto furono del tutto bloccati. Questo stop forzato consentì a Stacchini di perfezionare il progetto ed i disegni, e di presentare nell’agosto del 1917 un grande modello in gesso (scala 1:50) dell’intera facciata.
Solo nel 1924, con la fine della Grande Guerra e la ripresa economica della Nazione e delle Ferrovie, fu approvato definitivamente il progetto. I lavori furono ripresi nel dicembre 1924 e finalmente completati nel 1931.
Il 1° luglio del 1931 ci fu l’inaugurazione ufficiale.
La Cattedrale in movimento, così come la definì Stacchini stesso, già all’epoca era un crocevia importante, un luogo ricco di arte, storia e cultura, pullulante di vita.
Oggi la stazione Centrale, in particolare dopo l’importante ristrutturazione all’interno del progetto Grandi Stazioni e conclusasi nel 2008, è diventato anche un punto nevralgico della città in cui trovare un vasto shopping center, oltre a punti di ristoro, librerie e biblioteche.
Questa è la Milano che si trasforma!
Ulisse Stacchini: dalla stazione allo Stadio San Siro, il progetto di una vita
Ulisse Stacchini, architetto toscano, fu un personaggio molto attivo a Milano.
Ha regalato alla città non solo la Stazione Centrale, progetto di una vita, ma anche la progettazione dello Stadio di San Siro e del ristorante Salvini e numerosissime case ed edifici, la maggior parte dei quali in stile liberty: la casa Donzelli di via Gioberti e di via Revere 7 (1907-09), casa Cambiaghi di via Pisacane 22 (1904), le case Motta e Prisia rispettivamente in via Castel Morrone 8 e 19 (1905).
E ancora la sistemazione interna del Banco Ambrosiano di via Clerici 2 (1906), la casa Apostolo di via Tasso 10-12 (1906-08), la sede del Credito Varesino in via Porrone 6 (1908) alle quali va aggiunta la villa Magnani a Induno Olona (1903-05).
Si deve inoltre a Stacchini la progettazione di una serie di edicole funebri al Cimitero Monumentale di Milano, tra cui ricordiamo le tombe Beaux e Pinardi (entrambe dei 1904).
L’architettura di Stacchini: un mix di stili e culture
Il progetto di Ulisse Stacchini prese come riferimento la Union Station di Washington. La stazione di Milano è forse il più noto esempio italiano di architettura di passaggio tra eclettismo, liberty e razionalismo fascista.
Alle ricchissime decorazioni in essa presente hanno contribuito nomi importanti come Giannino Castiglioni, Alberto Bazzoni e Basilio Cascella, Ambrogio Bolgiani e Galileo Chini.
Tutta la struttura è un pullulare incessante di maioliche, mosaici, statue possenti ed imponenti, orologi, lampadari, fontane…tutto è maestoso. Arrivando a Milano ogni turista si perde nella grandiosità degli spazi, delle ampie scalinate alla galleria del piano terra, un tempo passaggio per il transito delle carrozze, poi delle auto ed oggi esclusivamente pedonale.
La prima struttura che appare alla vista del viaggiatore è la grandiosa tettoia che copre i 24 binari opera di Alberto Fava.
Al binario 23, all’estrema destra, si possono ammirare lunette in ceramica opera di Cascella, che raffigurano personaggi storici di casa Savoia a destra e medioevali a sinistra; al centro, invece, campeggia l’immagine dell’Italia in trono affiancata da Vittorio Emanuele III e da Benito Mussolini osannato dalle camicie nere.
In molti spazi della stazione a Milano ancora oggi sono ben visibili segni del regime fascista.
La Galleria di testa, che comunica con marciapiedi di testa e dei binari, è ricca di dettagli decorativi disegnati dallo scultore Giovanni Chini ed ornato, a terra, da mosaici alla veneziana con riquadri in marmo e stemmi di città e dalle splendide vedute di Milano (alle due estremità), Firenze, Roma e Torino (al centro).
Ponendosi di fronte la Stazione in Piazza Duca D’Aosta, colpisce l’imponente facciata e tutte le sculture su di essa riconoscibili: le aquile raffiguranti le conquiste di Trento e Trieste, i cavalli alati raffiguranti il Progresso, guidato dalla volontà e dalla intelligenza opera di Armando Violi posti sulla terrazza della Galleria delle carrozze, i bassorilievi raffiguranti Lavoro, Commercio, Scienza e Agricoltura di Giannino Castiglioni, sovrastati, nelle volte, da nomi di quattro grandi scienziati italiani (Pacinotti, Volta, Marconi e Ferraris) e di quattro padri delle ferrovie (Fulton, Stephenson, Edison e Papin).
Sopra gli ingressi spuntano quattro mascheroni di Mercurio, uno dei simboli del progresso e delle ferrovie.
Numero dei binari ed altre curiosità
Qualche numero: i binari della stazione sono 24 e questa è la seconda stazione italiana per dimensioni e traffico.
L’area dei binari misura circa circa 66.000 mq, è coperta da 5 arcate di ferro e vetro, quella centrale è alta 72 metri e larga 33,50 metri, la più grande realizzata in Italia.
Il maestoso Salone della Biglietteria è alto 42 metri, lungo 62 e largo 32 e ricorda, secondo molti, le terme romane.
Una curiosità: molti interni della Stazione non sono realizzati in marmo pur apparendo tali. Sono, infatti, realizzati con la scagliola, un materiale ottenuto da una particolare varietà di gesso, la selenite, mischiata durante la preparazione con acqua e colore…una vera illusione ottica!
I luoghi nascosti della Stazione Centrale: Il Museo delle Cere
La stazione Centrale cela luoghi inaspettati, alcuni dei quali resi accessibili e visitabili grazie anche alla recente ristrutturazione.
Sono anche scomparsi alcuni spazi come, per esempio, quello dedicato fino al 1998 al Museo delle Cere… forse qualcuno avrà anche avuto modo di visitarlo in attesa di un treno!
Il Museo delle Cere ospitava circa ottanta statue di cera a grandezza naturale fra cui quella dedicata a Sophia Loren, Totò, Papa Roncalli, Papa Woityla, Padre Pio, Dante, Virgilio, Ottaviano Augusto, Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour e Garibaldi.
Dopo la chiusura, le statue sono state acquistate dall’imprenditore Andrea Federici – si dice per due milioni di vecchie lire – e ricollocate dal 2004 presso il Palazzo degli Ippoliti, detto Palazzo Castello.
Questo edificio, sito in Gazoldo degli Ippoliti nell’alto Mantovano, costituisce la nuova sede del Museo delle Cere della Postumia, accessibile da martedì a domenica (ore 10.00-12.30; 15.00-18.30. Biglietto 2 euro).
Milano segreta e i suoi luoghi nascosti: visite guidate al Padiglione Reale
All’interno dei grandi spazi della Stazione Centrale sono visitabili ed usufruibili spazi come il rinnovato Padiglione Reale costituito dalla Sala Reale e dalla Sala delle Armi.
Il Padiglione Reale, inaugurato nel 1931, fu originariamente concepito per accogliere i reali Savoia; oggi è possibile, non solo visitarlo (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18) ma anche affittarlo per eventi privati.
Le due sale hanno una capienza di circa 100 persone per sala per circa 400 mq di estensione.
La Sala Reale e la Sala delle Armi conservano il loro fascino originario: all’interno, infatti, si è cercato di mantenere i pregiati materiali originali come il noce, l’onice, l’ebano il marmo verdello di Verona, le moltissime e bellissime maioliche dipinte e svariati affreschi.
Il complesso del Padiglione Reale si affaccia a metà della banchina dell’ultimo binario e ha un accesso diretto da piazza Duca d’Aosta.
E’ articolato su due livelli: al piano terra si trova la sala delle Armi, mentre a quello superiore si estende, in un unico ambiente, la sala Reale.
Assolutamente da non perdere sono i dipinti allegorici di Basilio Cascella, che dominano i tre ingressi del Padiglione sul versante dei binari e che rappresentano tre episodi della storia di casa Savoia oltre ad una via di fuga (tra l’altro mai utilizzata) presente nel bagno del Padiglione dietro uno specchio.
Di grande interesse le visite guidate al Padiglione Reale a cura di Milanoguida, alla scoperta di un luogo silenzioso e incantato, dove la bellezza si cela in ogni dettaglio.
Quota di partecipazione al tour, con prenotazione e pagamento sul sito di Milanoguida:
- Tariffa intera: 29 euro
- Riduzioni non previste per questa attività
La visita guidata, della durata di 2 ore circa, è condotta da una guida laureata in storia dell’arte e in possesso di regolare patentino abilitativo alla professione di guida turistica.
Calendario visite guidate a cura di Milanoguida (date 2024)
Di seguito le prossime date in programma, da aprile 2024 in poi, per il tour guidato al Padiglione Reale della Stazione Centrale:
- Maggio: TBD
- Sabato 6 luglio ore 10:45
- Domenica 14 luglio ore 10:45
Ritrovo 15 minuti prima, davanti alla Stazione dove c’è la grande Mela di Michelangelo Pistoletto.
Per altre informazioni sui tour guidati alla Stazione Centrale o per assistenza in fase di prenotazione, contatta Milanoguida ai recapiti seguenti:
- E-mail: info@milanoguida.com
- Infotel: 02 3598 1535 (numero attivo dal lunedì al venerdì ore 9.00-12.30 e 14.30-18.00 e nel weekend ore 9.00-17.00)
Memoriale della Shoah, un luogo ricco di storia: il Binario 21
Un luogo ricco di storia è il Binario 21, tristemente famoso perché tra il 1943 e il 1945 questo fu il luogo in cui centinaia di deportati furono caricati su vagoni merci con destinazione i campi di concentramento e sterminio (Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen) e i campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.
Proprio qui è sorto Il Memoriale della Shoah di Milano per ricordare le vittime dello sterminio, un luogo di commemorazione per ricordare di ricordare e non dimenticare l’orrore della Shoah.
Il complesso del Memoriale ha mantenuto la morfologia originaria e contiene un percorso tematico che va dalla Sala delle testimonianze, dedicata alle voci dei sopravvissuti, fino al cuore del Memoriale: il Binario della Destinazione Ignota e il Muro dei Nomi, dove sono ricordati i nomi di tutte le persone deportate dal Binario 21.
Il Memoriale è visitabile ogni lunedì dalle ore 10.00 alle 20.00 con visita guidata alle 18.30 ed ogni domenica su prenotazione (coordinamento.memoriale@memorialeshoah.it – per le scolaresche, solo su prenotazione didattica@memorialeshoah.it)
I luoghi nascosti della Stazione Centrale: il rifugio antiaereo
Concludiamo questa passeggiata in Stazione Centrale nei sotterranei dove è ancora oggi praticamente integro il ricovero antiaereo, realizzato durante la costruzione della stazione ferroviaria ed uno dei più grandi di Milano.
E’ costruito in mattoni e calcestruzzo armato, si compone di due lunghe gallerie parallele con volta a botte, comunicanti mediante brevi corridoi.
Alle estremità vi sono larghe rampe d’accesso e porte blindate. Era dotato d’impianto d’illuminazione, di ventilazione e di servizi igienici.
In corrispondenza di una stretta scalinata, che doveva condurre ad ambienti soprastanti, è risultato parzialmente allagato, forse a causa della una perdita di una tubatura.
Le zone limitrofe alla Stazione: i Magazzini Raccordati
Nelle zone appena adiacenti la Stazione Centrale, in via Ferrante Aporti e Sammartini, sono presenti circa 120 magazzini (30.000 mq) quasi completamente abbandonati e che un tempo ospitavano attività commerciali di vendita all’ingrosso di olio, vino, frutta, pesce e varie attività artigianali.
Sono i Magazzini Raccordati che negli anni ’30 erano collegati da binari interni attraverso i quali venivano trasportate le merci da un negozio all’altro.
Dagli anni ’70 si è assistito ad un graduale abbandono degli spazi. Durante le ultime edizioni della Design week milanese i magazzini hanno ospitato le esposizioni e gli eventi del Fuorisalone.
Di frequente si è parlato di riqualificazione della zona, anche in modo abbastanza concreto.
L’attesa può condurre a grandi sorprese, come quella che ha portato alla completa riqualificazione di Palazzo Aporti, storico edificio disegnato da Ulisse Stacchini, costruito tra il 1926 e il 1931 e utilizzato da Poste Italiane fino al 2002.
Oggi l’edificio ospita un centro direzionale.
Le zone limitrofe: Cascina Pozzobonelli
Se fra un treno e l’altro avete ancora una manciata di minuti, potete recarvi in via Andrea Doria per scoprire uno dei tesori nascosti di Milano, la Cascina Pozzobonelli la cui progettazione è stata attribuita a Bramante.
La cascina fu costruita per volere di Gian Giacomo Pozzobonelli, che ne fece la residenza suburbana sua e della sua famiglia.
Oggi della Cascina Pozzobonelli, in parte demolita nel 1898, è solo visibile l’ ex cappella in stile rinascimentale che ricorda molto i modi bramanteschi, in particolare il tiburio di Santa Maria delle Grazie.
La cappella, purtroppo, è in vero e proprio stato d’abbandono, gli affreschi all’interno dell’oratorio e sulla mura sono quasi del tutto deteriorati.
Si racconta che Luca Beltrami scoprì casualmente gli affreschi ed i graffiti sul muro: essi ritraevano un castello e pare che questi disegni siano stati delle fonti che utilizzò per riprodurre la Torre del Filarete!
Per conoscere gli altri tesori nascosti di Milano attribuiti a Donato Bramante, suggeriamo di leggere il nostro articolo dedicato all’artista.
Si è fatto tardi? Tornate presto a Milano per un’altra storia!
Giulia Minenna