Esterno del Duomo, simbolo di Milano: le guglie, le statue, la facciata e la Madonnina
Abbiamo resistito a lungo, ma alla fine abbiamo ceduto: vogliamo parlarvi del Duomo di Milano.
Non è facile raccontare del Duomo di Milano, che non è solo il monumento simbolo di questa poliedrica città, ma anche uno dei maggiori emblemi dell’Italia all’estero.
Sarebbe un’impresa impossibile, oltre a non possedere le competenze.
Quello che vogliamo raccontarvi, con il nostro solito stile, sono tutte le storie e le curiosità che negli anni abbiamo raccolto su questo splendido simbolo di Milano.
Per rendere il racconto meno noioso e di più agevole lettura, abbiamo diviso il testo in due parti, una dedicata all’esterno del Duomo e l’altra all’interno. Cominciamo!
Sommario di questo articolo
- In principio fu il diavolo
- Un progetto maestoso nel cuore della città
- Il marmo di Candoglia è il Duomo
- Leonardo, Bramante e Amadeo alla corte del Duomo
- Statue, doccioni e guglie del Duomo: percorso espositivo del Museo
- Il mistero del campanile
- La cattedrale e La Madunina
- Visite guidate, prenotazioni e biglietti
Storia della Cattedrale – In principio fu il diavolo
Iniziò con un sogno, o meglio un incubo, la storia magnifica del Duomo. Si racconta che Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, una notte del 1386 sognò il diavolo che gli intimò di costruire un luogo ricco di immagini sataniche e demoniache.
Qualora quest’ordine non fosse stato esaudito, la sua anima sarebbe stata destinata agli inferi.
Gian Galeazzo Visconti, terrorizzato dalle fiamme degli inferi, s’accordò con l’arcivescovo Antonio da Saluzzo per iniziare la costruzione di una maestosa opera che contenesse immagini infernali. Purtroppo Gian Galeazzo morì nel 1402, e non vide mai completata l’opera che terminò dopo più di 500 anni di instancabile lavoro.
Il Duomo ovviamente non fu dedicato al diavolo, bensì a Santa Maria Nascente: in tutta la struttura, sia all’interno che all’esterno, fra le oltre 3400 statue e doccioni, 96 sono dedicati a figure infernali e demoniache. Così come Satana aveva chiesto.
Un progetto maestoso nel cuore della città
Il Duomo sorge dove un tempo erano ubicate l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore, cattedrale invernale, e la basilica di Santa Tecla, cattedrale estiva (oggi in parte visibile nei sotterranei del Duomo).
La scelta di questa collocazione deriva principalmente dal fatto che non era più possibile restaurare la chiesa di Santa Maria Maggiore, il cui campanile era crollato devastando parte della navata e la facciata ed anche perché l’arcivescovo volle che fosse costruita una cattedrale più grande sul luogo del più antico cuore religioso della città.
Già dall’epoca molti facevano a gara per devolvere beni e denaro per la costruzione della Cattedrale; in realtà, può darsi che molti non lo facessero per spirito caritatevole, ma, piuttosto, per godere delle indulgenze concesse per nome dell’arcivescovo prima e di Papa Bonifacio IX poi.
Fatto sta che questa consuetudine si è mantenuta immutata nei secoli. Ancora oggi, infatti, è possibile effettuare delle donazioni, che sono registrate nell’Albo Donatori conservato nell’archivio della Fabbrica del Duomo.
La Veneranda Fabbrica del Duomo fu istituita nel 1387 e per secoli si è occupata di progettare e costruire la Cattedrale ed oggi si occupa del restauro.
Un po’ di storia: il marmo di Candoglia è il Duomo
L’intera struttura del Duomo è in marmo. Fu Gian Galeazzo Visconti stesso a volere che il materiale con il quale edificare la Cattedrale non fosse il mattone ma il marmo e, poiché il progetto avrebbe dovuto lasciare chiunque a bocca aperta, si scelse di prelevare il marmo dalle Cave di Candoglia, località a più di cento chilometri da Milano, ma che vantava una qualità altissima già nota ai romani che, in effetti, non sfruttarono a pieno le cave a causa della difficoltà dei trasporti.
Difficoltà che non scoraggiò i milanesi e, per il trasporto, fu sfruttato il Naviglio Grande, all’epoca navigabile.
La Cava madre del Duomo di Milano a Candoglia è visitabile (solo esterno), così come il vicino laboratorio di restauro, in occasione di escursioni guidate organizzate ogni anno nei mesi di giugno, luglio e settembre.
La visita guidata alla cava di Candoglia dura circa 90 minuti ed è disponibile in tedesco, italiano e inglese, con prevendita biglietti su Tiqets.com.
Per altre info, contatta l’Ente Parco Nazionale della Val Grande via email: info@parcovalgrande.it
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che fino a metà Ottocento, Milano era una città d’acqua percorsa da canali per lo più utilizzati per il trasporto, così che si poté sfruttare la corrente per trasportare i grossi massi di marmo che approdavano presso il laghetto di Santo Stefano.
Proprio lì, esattamente dove oggi c’è via Laghetto – strada che, come molte altre, testimonia l’antica presenza dei canali oggi sotterrati – il marmo era prelevato con una gru e trasportato, grazie a robusti carri, fino al vicino cantiere del Duomo, la cosiddetta cascina degli scalpellini, dove era preso in consegna da operai esperti sotto la guida di architetti, progettisti, artisti.
In realtà, le difficoltà non si limitavano al solo trasporto, infatti anche l’accesso alle cave era piuttosto ostico: era necessario arrampicarsi per raggiungere i luoghi d’estrazione, cosa che costava una notevole perdita di tempo – si dice che ci volessero circa tre ore di cammino difficile e pericoloso.
Anche in questo caso nessuno perse le speranze! Furono costruite, vicino la cava, delle capanne in cui alloggiavano i lavoratori a cui i mecenati della Fabbrica, facevano arrivare viveri e materiale di lavoro. Solo nel 1874 fu progettata una strada carrabile.
A Candoglia è oggi presente un monumento formato di due lapidi, interamente di marmo, che ricordano la storia e le origini delle cave di marmo.
Oggi la zona di estrazione del marmo non è aperta al pubblico ma l’Ente Parco della Valgrande organizza (solitamente due volte l’anno), visite guidate alle quali è possibile partecipare previa prenotazione.
In queste occasioni si possono visitare anche i laboratori di restauro dove i pezzi del Duomo di Milano usurati dal tempo e dall’inquinamento, vengono portati per farne una copia. I pezzi logori non sono ristrutturati ma distrutti.
Piccola curiosità: il marmo di Candoglia è esclusivamente utilizzato per il Duomo di Milano e, pertanto, il suo valore economico è altissimo.
Una gara di architettura: Leonardo, Bramante e Amadeo alla corte del Duomo
Gli architetti, gli ingegneri ed i progettisti che lavorarono al cantiere del Duomo furono tantissimi.
Fra le tante storie intorno alla costruzione dei vari spazi della Cattedrale, ricordiamo quella che interessò l’annoso problema del tiburio – una particolare struttura architettonica di copertura esterna di certe cupole, tipica del Rinascimento – che, seppure già presente nei piani di costruzione nel Trecento, non fu mai realizzato per problemi statici, tanto che, quando si tentò di costruirlo, crollò più volte.
Ma Ludovico il Moro si battè affinché questo problema fosse finalmente risolto: siamo nel 1487 e il Duca di Milano chiamò a raccolta alcuni ingegneri e architetti del tempo ed indisse un concorso affinché si trovasse una soluzione per il tiburio.
All’appello, fra gli altri, risposero Leonardo da Vinci e Bramante il quale presentò un progetto ligneo, purtroppo perduto, per presentare la sua soluzione e su cui scrisse un trattato, la Opinio super Domicilium seu Templum Magnum, unico suo testo teorico a noi pervenuto in parte e trascritto.
Il trattato è stato pubblicato nell’Archivio Storico Lombardo 1878 negli Annali della fabbrica del Duomo. Il concorso sarà poi vinto da Giovanni Antonio Amadeo in rappresentanza di una scuola artistica molto più vicina alla tradizione lombarda.
Di questa curiosità abbiamo già parlato nello speciale dedicato a Donato Bramante.
Statue, doccioni e guglie del Duomo: percorso espositivo del Museo
L’esterno del Duomo è maestoso e ricco di statue, doccioni, guglie che non si riescono ad apprezzare ampiamente.
Per fortuna, all’interno del Museo del Duomo, è possibile ammirare da vicino le guglie della Cattedrale: lo spettacolo è straordinario.
Non si può immaginare quanto siano ricche di elementi fino a quando non si vedono da così vicino e magari scoprirne qualcuna davvero curiosa come la guglia del pugile.
Tra le statue spiccano quattro coppie di pugili in combattimento. La guglia è dedicata a Primo Carnera, primo italiano a vincere, nel 1933, il titolo mondiale dei pesi massimi e ad Erminio Spalla che, invece, fu il primo italiano ad aggiudicarsi il titolo di Campione europeo.
Spalla, ricordato anche come scultore e cantante lirico, si è anche dedicato alla recitazione, nota la sua partecipazione al film Miracolo a Milano.
A proposito di guglie, ne troviamo una dedicata anche ai più assidui frequentatori del Duomo e della piazza antistante… i piccioni!
Qui Paolo, mi intrometto brevemente con una nota interessante per gli amanti di cani e gatti: nei punti più alti delle guglie sono posizionate anche alcune statue dedicate ai nostri amici a quattro zampe.
Vista la posizione di queste statue, per osservarle è consigliabile salire sul tetto del Duomo!
All’interno del Museo, oltre ad ammirare le guglie da vicino, è possibile visionare materiale non in opera nella Cattedrale e legato alla sua storia e alla sua costruzione.
Da scoprire anche il Tesoro del Duomo, di proprietà del Venerando Capitolo metropolitano, costituito da oggetti liturgici e di culto in uso presso la cattedrale di Milano dal V secolo fino al XVII secolo.
Se vi capita di passare, non perdete la spettacolare mitra di piume di colibrì dai colori bellissimi: sembra che ci siano solo 4 esemplari nel mondo.
Se volete osservare il calco originale in gesso del portale del Duomo di Milano, potete recarvi presso il Museo Pogliaghi presso Santa Maria del Monte a Varese, riaperto lo scorso 5 maggio e visitabile dalle 9 alle 18 nei week end, al costo di 4 euro.
Il Museo Pogliaghi custodisce, inoltre, piccoli e grandi tesori d’arte e di storia sotto la gestione della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Curiosità: il mistero del campanile
Nel mare di guglie del Duomo, forse, non vi siete mai resi conto che manca un vero e proprio campanile, elemento caratterizzante delle classiche chiese.
Eppure, sappiate, le campane ci sono e sono lì da 500 anni!
Sono tre e sono nascoste nell’intercapedine presente nel tiburio della guglia maggiore tra parete esterna e la volta interna e oggi suonano per mezzo di battagli mobili per evitare dannose scosse alla delicata struttura che sorregge la guglia della madonnina.
Fino al 1866, invece, suonavano a slancio racchiuse in un campanile in muratura costruito sulla terrazza sopra la navata centrale poi demolito e collocato nel tiburio.
Diversi architetti dibatterono circa la costruzione di un campanile ma senza mai giungere ad una conclusione reale.
L’ultimo progetto risale al 1938 quando lo scultore Vico Viganò presentò un grandioso progetto: un’opera alta 164 metri di 20 metri di base che comprendeva:
- la cripta mausoleo
- il vestibolo d’ingresso
- le sale delle Lapidi, degli Eroi e della Vittoria
- la cella campanaria
- orologio con suoneria “a cariglione”
- la loggia della Redenzione
- la celletta della Campanella Vittoriosa
- il Tempietto della Gloria
- la loggia belvedere
- l’Altare della Patria
- il Faro della Pace a 160 metri d’altezza
- il pinnacolo a 164 metri, scale indipendenti ed ascensori
Il progetto fu caldamente sostenuto da Mussolini. Ma, fortunatamente (o sfortunatamente) l’idea fu fortemente criticata poiché l’opera ricordava una gigantesca matita messa in verticale, oltre al fatto che essa avrebbe superato in altezza la madonnina e stravolto l’immagine del Duomo.
La cattedrale e La Madunina
Uno degli elementi esterni più famosi del Duomo è certamente la Madonnina (all’interno del Museo del Duomo è possibile vedere l’intelaiatura in ferro della Madonnina risalente al 1773).
La Madonnina trovò la sua attuale collocazione, sulla guglia maggiore, solo nel 1774.
Il 30 dicembre di quell’anno, infatti, il “Venerando Capitolo fatta indorare la Statua della B(eata) V(ergine)” provvide a collocare l’opera in cima alla Gran Guglia del Duomo di Milano.
L’opera fu realizzata dallo scultore Giuseppe Perego, dall’intagliatore Giuseppe Antignani e dall’orafo Giuseppe Bini.
Stupisce pensare che la statua della Madonnina fu collocata sulla guglia senza particolari cerimonie o riti.
Anzi, si racconta che diverse furono le perplessità circa la collocazione della statua come quella di Pietro Verri, filosofo, economista, storico e scrittore italiano nonché illuminista milanese, che temeva che il peso della statua potesse far crollare la chiesa e che attirasse i fulmini essendo di rame.
Si racconta ancora che, durante la Seconda Guerra mondiale, per evitare che i riflessi di luce sulla superficie dorata servissero da punto di riferimento per i bombardieri alleati, i milanesi coprirono la statua della Madonnina di stracci per ben cinque anni.
La Madonnina ha da sempre rappresentato il simbolo e il punto di riferimento di Milano.
Già nel 1848, durante le Cinque Giornate di Milano Luigi Torelli e Scipione Bagaggi alzarono il tricolore sulla statua della Vergine risvegliando, dopo giorni di silenzio, l’orgoglio nei combattenti delle barricate, portandoli alla vittoria.
Ancora oggi, in occasione dei solenni eventi religiosi e civili, sull’alabarda posta alla destra dell’Assunta, sventola la bandiera italiana.
La statua della Madonnina è alta 4.16 metri, 33 sono le lastre che la rivestono per un peso di circa 399 kg, 585 kg, invece, è il peso della lastra portante in acciaio inox e 6.750 sono le foglie d’oro con le quali è stata rivestita.
La più famosa e conosciuta canzone milanese, lo sappiamo tutti, è proprio dedicata alla bella Madunina del Duomo.
Fu composta da Giovanni D’Anzi nel 1935 in una notte in cui decise che era giunto il momento di scrivere una canzone anche per Milano da contrapporre alle tante canzoni popolari napoletane e romane che, negli anni trenta, spopolavano in città.
La statua della “Madonnina”, considerata il primo simbolo della città, è posta a 108,50 metri d’altezza sulla guglia più alta del Duomo.
Fino alla costruzione del Pirellone, a Milano nessun edificio poteva essere più alto della Madonnina!
Una legge, resa ufficiale negli anni trenta, impedì alla Torre Branca di Gio Ponti e alla Torre Velasca di superare i fatidici 108,5 metri per rispetto della Madonnina.
Con tutta probabilità la legge era giustificata, più che dal desiderio di preservare la tradizione, dalla paura di cedimenti del sottosuolo: pochi metri sotto la superficie della città, infatti, c’è una falda freatica che esercita una forte pressione sugli strati rocciosi del sottosuolo.
Solo intorno gli anni ’60 fu costruito il Pirellone che è più alto della Madonnina (curiosità: fino al 1966, anno di costruzione della South Tower di Bruxelles, la sede della Regione Lombardia ha mantenuto il primato di edificio più alto della Unione Europea).
Proprio per preservare la tradizione e per rispetto alla Vergine, fu realizzata una copia della Madonnina, che è stata posta sulla sommità del grattacielo.
Adesso è l’ora di scoprire l’interno di questa antica ed affascinante Cattedrale).
Giulia Minenna
Visite guidate, prenotazioni e biglietti
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Per chi arriva in auto, va sottolineato come non ci siano parcheggi gratuiti vicino al Duomo di Milano: esistono invece diversi parcheggi a pagamento dove poter lasciare la propria auto e muoversi poi a piedi o con i mezzi pubblici.
I parcheggi più vicini al centro si trovano in Corso Monforte, Piazza Diaz, Corso Vittorio Emanuele, Via Conservatorio e Piazza San Babila.
In termini di distanza, i parcheggi più vicini al Duomo sono:
- il Parcheggio Rinascente Duomo
- il Parcheggio Duomo Parking
- l’Autosilos Diaz