Tutte le facce del Glera nel Prosecco firmato Torre Zecchei
Per noi di E@M è stato un immenso piacere avere come nostri ospiti, nella serata del 28 novembre presso il loft di Viale Ortles, Eli Spagnol e sua figlia Ilenia che ci hanno raccontato un po’ della loro realtà rendendoci partecipi della loro passione e della loro dedizione per il Prosecco.
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A Milano la seconda degustazione enogastronomica organizzata da Eventiatmilano.it col sommelier Andrea Marcuccio Foto di Paolo Gerace. Altre foto di Gerace su http://ow.ly/DA87f |
Le loro singolari personalità ci hanno fin da subito restituito l’immagine emblematica della filosofia della loro azienda: la tradizione che si fonde con la modernità in un’armonia che ritorna piacevolmente nei Prosecchi Torre Zecchei.
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Il sommelier Andrea Marcuccio insieme ad Eli Spagnol e a sua figlia Ilenia Foto di Paolo Gerace. Altre foto di Gerace su http://ow.ly/DA87f |
Valdobbiadene costituisce il cuore produttivo dello spumante italiano più noto e consumato non solo sul territorio nazionale ma anche all’estero, ottenuto quasi esclusivamente da uve glera, presenti sul territorio probabilmente già da epoche remote.
Il primo nome con cui venne indicata questa località è Duplavilis, che significa situata tra due fiumi, vista la sua posizione tra le due diramazioni in cui, in origine, si divideva il Piave. In seguito il toponimo si traformò in Val di Dobiadene, da cui oggi Valdobbiadene.
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Il sommelier Andrea Marcuccio insieme ad Eli Spagnol Foto di Paolo Gerace. Altre foto di Gerace su http://ow.ly/DA87f |
Nel cuore di questo territorio, con i vigneti di proprietà situati sulle colline ai piedi del monte Cesen, si trova la tenuta Torre Zecchei, un’azienda vitivinicola a conduzione familiare che grazie all’amore per la terra e soprattutto per la vite, è in grado di offrire anche ai palati più sofisticati ed esigenti un Prosecco di qualità sopraffina e dalla personalità versatile.
Il Prosecco Torre Zecchei stupisce infatti per il carattere eclettico e poliedrico che caratterizza le diverse tipologie concepite dalla famiglia Spagnol per rendere i loro prodotti adatti ad ogni occasione e ad ogni banchetto.
Una poliedricità sicuramente derivante dalle caratteristiche peculiari del territorio di Valdobbiadene, il cui terreno presenta una composizione mista per lo più di marna, arenaria marina e argilla, ma soprattutto dalla maestria del suo vignaiolo, Eli Spagnol, che grazie alla passione per l’agricoltura e alla curiosità che lo spinge alla sperimentazione tenta sempre di sfruttare al meglio le innumerevoli possibilità offerte dal suo territorio.
Ne deriva dunque un rapporto di sintonia con la propria terra che si fonda su un vicendevole ed equilibrato scambio tra natura e cultura, in cui la mano dell’uomo non fa altro che esaltare ciò che l’ambiente offre senza stravolgerne l’autenticità.
In degustazione abbiamo avuto l’occasione di assaggiare, guidati dal sommelier Andrea Marcuccio, quattro tipologie differenti di Prosecco: un Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore Brut (Vigneto Storico), una Cuvèe Angelica DOC Spumante Extra Dry (Millesimato), un Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore Extra Dry (Millesimato) e l’eccezionale risultato di una sperimentazione del vignaiolo, il Bonorivo Spumante Senza Solfiti Extra Brut.
La particolarità dei Prosecchi Torre Zecchei è che, pur essendo tutti ottenuti quasi esclusivamente da vitigno glera, riescono a sprigionare caratteristiche diverse, distintive per ogni tipologia, forse anche grazie al tocco di chardonnay presente ìn minima parte secondo quanto concesso dal disciplinare. Per tutti inoltre la vendemmia è manuale e la vinificazione prevede una pigiatura soffice di uve rigorosamente intere, la presa di spuma avviene a bassa temperatura, in autoclave, con breve sosta sui lieviti per preservarne il sentore fruttato.
I prosecchi in degustazione presentavano, all’esame visivo, un perlage decisamente fine con bollicine numerose e persistenti. Le differenze maggiori si avvertivano invece all’olfatto e al gusto.
Se il Brut si distingueva per l’intensità dei sentori fruttati e la spiccata mineralità al naso e per una gradevole morbidezza al palato, l’Extra Dry DOCG presentava sentori più floreali, con una leggera nota dolce al palato.
Le note olfattive della Cuvée Angelica all’inzio agrumate pian piano sfumavano nel floreale, che caratterizzava piacevolmente il retrogusto in una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva.
Il Bonorivo possiamo dire essersi rivelato il protagonista indiscusso della serata per il suo carattere deciso, diverso e inatteso, un Extra Brut senza solfiti aggiunti di una morbidezza insospettabile. Al naso sprigionava sentori di frutti e fiori secchi contrassegnati da decise note di mandorle. Al gusto risultava equilibrato, elegante e piuttosto persistente, riproponendo al palato gli stessi sentori olfattivi.
Il Bonorivo nasce nel 2010, grazie all’audacia e alla curiosità del suo produttore. Prodotto esclusivamente dalla selezione di uve di un vigneto di proprietà posto a levante dove il sole fa capolino molto presto al mattino, da qui il nome Bonorivo, che in dialetto veneto significa “mattiniero”.
Ogni Prosecco è stato abbinato a salumi e formaggi provenienti da piccoli produttori locali, anche se grazie alla tipica versatilità del suo carattere il Prosecco si lascia apprezzare con differenti tradizioni culinarie.
Tra gli abbinamenti più riusciti ed apprezzati della serata spicca il Bonorivo col Piave DOP stagionato. Il Piave DOP è un formaggio di latte vaccino pastorizzato intenso, deciso e dell’aroma particolare, il Bonorivo si è dimostrato degno compagno reggendo la complessità aromatica senza prevaricarla e lasciando la bocca piacevolmente pulita.
Marina Salluce e Andrea Marcuccio